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Una suite astrologica: I Pianeti di G. Holst

  • Immagine del redattore: Sara Lombardi
    Sara Lombardi
  • 13 set
  • Tempo di lettura: 3 min

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Compositore e direttore d’orchestra britannico nato nel 1874, si appassiona allastrologia e alla teosofia che lo portano a dedicarsi, a partire dal 1914, alla scrittura di una suite interamente dedicata ad alcuni pianeti del sistema solare.


The Planets si compone di 7 movimenti, ognuno dei quali è dedicato ad un preciso pianeta e alla sua caratteristica espressa nel sottotitolo.

L’autore lega il carattere non al significato astronomico ma a quello astrologico, ispirandosi a The Art of Synthesis dell’astrologo A. Leo:


 "Questi pezzi sono stati suggeriti dal significato astrologico dei pianeti.
Non è musica a programma, e non c'è alcuna connessione con gli dei della mitologia classica che hanno gli stessi nomi.

Se serve una guida a questa musica, il sottotitolo di ciascun pezzo è sufficiente, specialmente se preso in senso lato"


MARTE

"Il portatore di guerra"


Caratterizzato da un ritmo martellante simile ad una marcia, questo movimento richiama il carattere guerrigliero di Marte attraverso melodie cupe, dissonanze ma anche toni eroici, gli stessi che ispireranno poi John Williams nella realizzazione della colonna sonora del film Star Wars.




VENERE

"La portatrice di pace"


I temi di questo movimento ritraggono l’essenza pacifica del pianeta: sono dolci, soavi, morbidi e sinuosi.


I flauti, le arpe ed il tema del violino contribuiscono a rendere armonioso il carattere di Venere che sembra muoversi in una delicata danza che si scioglie tra l’essenza stellare della celesta.




MERCURIO

"Il messagero alato"


Il tema sbarazzino e scherzoso rappresenta il carattere alato e svolazzante di Mercurio che sembra muoversi da una parte all’altra.


La dinamica strumentale e tematica ne evidenzia proprio il passo: Mercurio vola allegro, si posa e riparte.




GIOVE

"Il portatore di gioia"


Giove entra trionfante, a petto gonfio di gioia.

Il tema solenne è festoso e danzante, sembra di intravedere Giove, fiero, sorridere continuamente.


Il tema centrale sarà poi ripreso da Holst creandone un inno, Thaxted, adottandolo su una poesia di Sir Cecil Spring-Rice.

Thaxted è tutt’ora usato come inno patriottico nelle occasioni solenni.




SATURNO

"Il portatore della vecchiaia"


Saturno ha un passo stanco, scandito dal tempo che passa e si porta avanti.

Sembra procedere affannato, come un respiro antico.


Eppure la vecchiaia ha dei suoi spazi virtuosi, i suoi slanci vitali conservati che riemergono nonostante l’incessante e sonoro passare del tempo.




URANO

"Il mago"


Un mago quando entra in scena lo fa con un certo stile

Urano scherzosamente prende parte al suo spettacolo, quasi con un ghigno, grottesco, affascinando tutti con la sua maestria, tenendo tutti sul pezzo, in maniera crescente lo spettacolo va avanti. E si chiude al punto giusto.


Qualcuno sente il richiamo dell’Apprendista stregone di Dukas.




NETTUNO

"Il mistico"


In un’atmosfera carica di mistero si lascia intravedere l’ultimo pianeta: Nettuno.


Sembra che ogni volta che giri su se stesso riveli una nuova faccia: è mistico ed etereo.


Sembra parli una lingua antica e vocalica: il coro finale evoca la sua parte più pura ed angelica.





CURIOSITA'


  • G. Holst si ispira al libro dell’astrologo Alan Leo, The Art of Synthesis


  • Secondo l’astrologia, ogni pianeta del sistema solare rappresenterebbe una personalità  


  • La Terra è esclusa perchè non avrebbe rilevanza astrologica


  • Plutone non è menzionato in quanto venne scoperto più tardi, nel 1930

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