Diversi studi hanno dimostrato i benefici del canto sia dal punto di fisico che da quello psicologico tuttavia il modo di dire “canta che ti passa” ha un’origine che possiamo definire più storica che scientifica.
Il canto, per diverse culture ed in diversi momenti storici, ha avuto un ruolo chiave nell’affrontare condizioni di vita e di lavoro duri: basti pensare ai canti di lavoro o work songs, alle slave songs o al fenomeno del tarantismo.
Anche nella Prima guerra mondiale il canto ebbe un ruolo fondamentale nell'affrontare le sanguinose condizioni di vita in trincea.
Il poeta genovese Piero Jahier si occupò di raccogliere i canti dei soldati in trincea subito dopo che lui stesso tornò dal fronte.
Nella prefazione dedicò la sua opera proprio ad un soldato che aveva inciso in una parete di una dolina, la frase “canta che ti passa” che oggi rappresenta una vera e propria esortazione.
Questa raccolta non è dedicata
a Soldati che si fabbricano una chitarra colle latte da petrolio
o un violino colle casse da aranci nè ai mitraglieri
che cantano colle mitraglie a spalla ma al fante più scalcinato
e ammutolito
nella trincea più battuta
e gli porta il buon consiglio
che un fante compagno aveva graffiato nella parete di una dolina:
CANTA CHE TI PASSA >>
Tratto da Canti di soldati di Piero Jahier
Fonti:
Canti di soldati - P. Jahier, 1919
La cura del Canto - C. Pastorino, 2021
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